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Visualizzazione dei post da 2010

Vespa, Belen, "Natale tra risate e bontà": che figura!

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Si sa che "Porta a Porta" si segnala per accostamenti spericolati: ieri sera proponeva un "Natale tra risate e bontà": le prime rappresentate dal cast del cinepanettone (Belen Rodriguez, Christian De Sica, Massimo Ghini....),l'altra da un sacerdote, Don Matteo, fondatore e animatore della comunità Amore e Libertà (www. amlib.org) che ha una missione in Congo e che cura e salva molti ragazzini africani, portandoli anche a vivere e studiare in Italia (la loro sede è a Impruneta, in provincia di Firenze), oltre ad occuparsi di adozioni a distanza. Stava andando meglio di come poteva andare, ma mentre il sacerdote espone con passione l'opera a cui dedica la vita, Vespa si piazza dietro il mega teleobiettivo di un fotografo, e  cerca di inquadrare Belen. Il prete parla da solo, la regia è imbarazzata, perché non trova più il conduttore a fare da interlocutore, ma le tocca inquadrarlo mentre come un bambinetto, (o meglio un vecchio assatanato con le bave alla boc

Addio a Bearzot, grande "vecio"

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Oggi tutti i suoi ragazzi gli rendono omaggio: da Rossi a Zoff, da Conti ad Antognoni, passando per tutti gli altri fantastici protagonisti della vittoria al Mundial 1982, dicono tutti più o meno le stesse parole: "Per me era come un padre. Una persona corretta, mi ha insegnato il rispetto." Enzo Bearzot che gioca a carte in aereo con il Presidente Pertini è un'immagine che gli italiani hanno fissato nella loro mente, così come lui che, al centro del Bernabeu, portato in trionfo dai suoi giocatori si china a baciarli in testa. E' questa la foto che la Gazzetta dello Sport sceglie per celebrare il trionfo il 12 luglio 1982. In quel giorno lì, nasce Antonio Cassano. Che il gran "vecio", allenatore d'altri tempi, sappia sussurrargli da lassù le parole giuste. Così come fece con i suoi dopo il rigore fallito da Cabrini: la vittoria nacque in quel momento, e solo un grande psicologo avrebbe saputo dare le motivazioni giuste alla squadra in quella situazion

Chievo, il club perfetto

Cari amici, oggi è uscito un mio articolo sul Chievo su Libero. Ve lo riporto qui nella versione integrale. Buona lettura! CHIEVO, IL CLUB PERFETTO Sartori: “La nostra ricetta? Organizzazione, serietà e fantasia” Verona – La favola bella non finisce. Ricomincia sempre, perché ogni volta sa ricominciare da zero. Il Chievo capolista è una sorpresa per molti, ma non per chi conosce da vicino la società guidata da Luca Campedelli. Mosca bianca del nostro calcio, dal bilancio senza rosso, il Chievo non fa mai proclami e va per la sua strada. Campione di fair-play sia sportivo che finanziario, ha sempre messo in campo serietà, lavoro e simpatia. Dietro le quinte, deus ex-machina dei gialloblù, c’è il direttore generale Giovanni Sartori, che festeggia 26 anni di Chievo, di cui 18 da dirigente. Nove anni fa il Chievo arrivò in serie A e strabiliò il calcio italiano. Da allora i “mussi” hanno sempre volato, una sola discesa in B (2007-8), con pronta risalita. E adesso ancora

La Legge del 13, del 17 e di Fantantonio

L'aria fredda d'Estonia ci congela nel primo tempo e ci manda a -1. Ma poi, da Bari Vecchia, il sole illumina la nostra Nazionale dal gioco volenteroso ma approssimativo. Fantantonio s'inventa un gol di testa su pennellata di Pirlo da corner e poi il geniale colpo di tacco con cui, sempre su angolo di Pirlo, libera Bonucci a centroarea per il nostro vantaggio. Sberleffo doppio al 13' e 17'. Cabala sudista, contro gli ex russi, tosti quanto - per nostra fortuna - scarsi. Urla De Rossi, va più volte a vuoto Chiellini (ma che ci fa ancora in maglia azzurra?), sproloquiano Dossena e soprattutto Gentili in telecronaca: a quest'ultimo riesce persino di lanciare il mini-spot giusto giusto a coprire il gol di Cassano (!). L'altro, invece, dà 5,5 a Pirlo, giudicato da 8 da Alessandro Alciato di Sky e da 7-7,5 da quasi tutti gli altri giornalisti presenti. Palombo entra per Montolivo (c'era?), alla mezz'ora Nazionale ancor più blucerchiata (e abbasso l'

Malika, poesia infinita

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E' la sera del 17 agosto a Porto Cervo. Stelle e vento e una voce divina. Che fa rima con Mina, perché davvero questa stella più che nascente nel panorama della musica italiana non ha niente da invidiare alla più meravigliosa delle interpreti musicali dal 1960 ad oggi. Malika Ayane, italiana con padre marocchino, ha davanti la più sfolgorante delle carriere, se saprà sempre - e lo sa, lo saprà - restare se stessa. E allora cadranno i paragoni: perché lei, come Mina, è e sarà unica. Nella serata di Porto Cervo regala al pubblico una performance degna di una regina. E' semplice e chic, anche nel look: abitino bianco con scollo a V, maniche corte, squadrate, originalissime, gonna corta con ruches dritte di chiffon bianco che danzano al vento, tacchi a spillo, strass alla caviglia. Fisico da italiana, normale, altezza media, gambe tornite ma non troppo palestrate. Niente reggiseno, è meravigliosamente "normale", eppure molto sexy, i capelli raccolti a banana sulla testa

Le nostre ragazze d'oro e Valentino: l'Italia che mi (ci) piace

Plastiche ma non di plastica. Fresche come delfini, belle come il sole, sinuose come Venere sia ad entrare che ad uscire, vittoriose, dall'acqua di Budapest: Tania Cagnotto e Francesca Dallapè sono le nuove dee italiane di un'estate che ci regala tanto oro.  Tania ne aveva già messa in bacheca una, di medaglia color solechebrilla, nel trampolino da un metro, per poi sprofondare nella "sua gara", il salto da tre. Chissà cosa le ha saputo dire papà-trainer Giorgio, se in 24 ore la ragazza si è nuovamente trasformata in un'atleta irresistibile. Lo stesso ha fatto la compagna Francesca. Guardate la foto a pagina 35 della Gazzetta di oggi e vedrete grazia, armonia e bellezza in perfetto sincro. Magiche. Federica non ha peli sulla lingua, e neanche dubbi per la testa. Quando si tuffa per la finale degli 800 sl, ha - lo scommettiamo - il volto di Alberto Castagnetti fisso nel suo speciale monitor mentale e la voce del "suo" allenatore nelle orecchie. E va,

Quanti anni erano che non vedevamo magie?

Ok, ok ho sbagliato pronostico per eccesso di ottimismo: ma ci credo ciecamente come prima, questa Nazionale andrà lontano, lontanissimo. Sotto il diluvio londinese, abbiamo visto in nuce ciò che i nuovi azzurri di Prandelli ci possono dare: gioco, fantasia, divertimento, gol. Sì, anche i gol che l'altro giorno sono mancati, ma solo perché tutti i nostri ragazzi si trovavano per la prima volta insieme, e la conoscenza per diventare squadra va approfondita. Ma abbiamo visto Cassano, lontano dalle cassanate e vicino alle magia che un grande sa regalare al pubblico. Non la vedevamo da tempo immemorabile, e ci mancava. E Cassano, soprattutto, ha giocato per la squadra, avvicinandosi nella sua presente fantastica evoluzione, a Maradona. Sissignori, Maradona stavolta ce l'abbiamo noi! E poi ci è piaciuto l'impegno di Supermario Balotelli, e quello del neoitaliano Amauri. L'entusiasmo sarà la leva, la grandiosa tecnica dei nostri farà il resto. Abbiamo perso 1-0, centrando u

W la nuova Italia di Prandelli

E' arrivato il grande giorno. E' un'amichevole, d'accordo, ma è un giorno epocale per la Nazionale Italiana di calcio, che per la prima volta schiera un attaccante nero come Weah (ricordate il suo "ciao a tutti, belli e brutti"?, ndr) ma italiano, italianissimo, con un accento bresciano che molto deve piacere a Prandelli perché lo riporta alle sue origini, lui che è di Orzinuovi. Ma, a parte l'accento, Mario nato a Palermo da genitori che subito l'abbandonarono e cresciuto Balotelli nell'amore di genitori e fratelli bianchi, è l'esempio più esaltante di un'integrazione possibile e proprio nella pancia leghista della Padania profonda. Non solo, è forse il miglior prodotto calcistico d'Italia, tra gli under 20. Chissà perché Bossi & Company fanno tanto casino, visto che stasera Supermario ne metterà 2. Previsione troppo ottimistica? Ci scommettiamo ...un post: lo può scrivere chi vuole se non ci ho preso! E azzardo un'altra ipote

Valentino, l'inimitabile

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E' tornato dopo 40 giorni. Nelle due gare più difficili. Quarto nella prima, terzo a Laguna Seca. Il circuito che strema qualunque pilota. Alla fine era più stremato degli altri, eppure con la forza di dire: "Sono finito, mi fa male dappertutto, ma sono contento, il massimo obiettivo che c'ervamo posti è stato raggiunto, quindi bene." Il sorriso tirato, ma il sorriso che gli conosciamo. Valentino ha qualcosa in più sempre, anche nel dolore, anzi soprattutto nel dolore. E mentre ai box lo intervistavano, sulla pista si consumava la scenetta di Lorenzo. Ottimo pilota, saldamente in testa al mondiale, ma comunque una brutta copia. Brutta, perché cerca di essere divertente come Valentino ma di Valentino non ha il naturale carisma. Fa l'astronauta, pianta la bandiera "Lorenzo's land". E già qui c'è una differenza: Lorenzo, non Jorge. Valentino è per tutti Valentino, non Rossi, al massimo è Doctor Rossi. L'altro lo chiamiamo per cognome. E poi l

Il Milan presenta Allegri. Che non parla

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Il Milan presenta Allegri. ma il nuovo allenatore non riesce neanche a dire ciao. Ha al suo fianco il presidente (onorario?) e Berlusconi, manco a dirlo, si prende la scena, ma proprio tutta, della conferenza stampa, trasformandola con incomparabile maestria da piazzista - va riconosciuto! - in una tribuna, prima sportiva e poi politica, che è un superspot di se stesso. Dice che Allegri "è un maestro", ma aggiunge subito "Ma io sono il professore", e correda con barzelletta (che non fa ridere) sui pappagalli. E' arrivato dopo il raduno, fuori il popolo del Milan lo contesta e allora parte con le promesse: "Ronaldinho non va da nessuna parte, per me è il miglior calciatore di tutti i tempi." A colui che si sente il miglior politico di tutti i tempi si può concedere. "Io Ronaldinho lo sento o lo vedo una volta la settimana, abbiamo già parlato." E resta anche Gattuso, e Huntelaar (eventuali acquirenti non pervenuti). "Abbiamo una squadra

17-18-19 luglio: tre giorni a Palermo, per non dimenticare

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Sono passati 18 anni, ma le due stragi ravvicinate che portarono via per sempre i giudici Falcone e Borsellino e le donne e gli uomini delle loro scorte, sono più che mai vive nella memoria. E lo sono ancora oggi, che nelle aule dei Tribunali si discute se ci fu o meno in quegli anni trattativa tra lo Stato e la mafia. L'impressione è che la verità non ce l'abbiano ancora detta, anche se pare lì a portata di mano. Chi ha letto "Paolo Borsellino e l'Agenda Rossa", a cura della redazione di 19luglio1992.com, il sito aperto da Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato, sa che molto resta da chiarire sulla strage di Via D'Amelio e sulle trame che l'hanno preceduta. Era da sempre la terra dell'omertà, Palermo, ma la morte dei due giudici l'ha profondamente cambiata, e gli omaggi resi ai due eroi della giustizia sono andati crescendo, a dispetto del tempo che passa. Moltissimi giovani, che erano piccolissimi all'epoca dei fatti, vi p

E torna anche Valentino!

A tempo di record, come è sua abitudine, Valentino Rossi torna a gareggiare domenica prossima. Ad un pilota che è poesia pura, che dire, se non GRAZIE!

Riparte Zemanlandia

E' ufficiale, Pasquale Casillo è il nuovo padrone del Foggia. Pochi minuti fa è stato firmato il preliminare e di fatto la società torna al presidente di quella che fu Zemanlandia. Anche perché Casillo con questa mossa riporta sulla panchina dei rossoneri proprio Zdenek Zeman, l'allenatore artefice di quella squadra che con il tridente Signori-Baiano-Rambaudi aveva fatto vedere meraviglie all'inizio degli anni '90 e che resta indimenticabile, e non solo per i tifosi foggiani. Dopo l'uscita del documentario "Zemanlandia", di Giuseppe Sansonna, realizzato con successo lo scorso anno, l'amarcord oggi ridiventa attualità. Con Casillo, oltre a Zeman, ritorna a Foggia il ds Peppino Pavone, altro protagonista di quell'epoca. I tifosi a Foggia sono in fibrillazione, Zeman sta già predisponendo il ritiro a Campo Tures (BZ), storica sede del precampionato foggiano. Il tecnico di Praga ritrova così una panchina, sia pure di prima divisione, dopo circa due

Gli argentini a casa. Da trionfatori

I giocatori argentini arrivano a Buenos Aires dopo l'uscita dal Mondiale. E tornano da trionfatori, accolti da una folla festante, nonostante la pesante sconfitta che li ha riportati a casa. La folla chiede a gran voce che Maradona resti ct, lo chiedono i giocatori. Come si spiega? Non è facile, essere Maradona. Non lo è mai stato. Dotato di un talento sovrannaturale, che lo rese la persona più famosa al mondo addirittura davanti a papa Woijtila, ha dovuto gestire il clamore che ogni suo gesto provocava, ha vissuto trionfi incredibili e rovinose cadute. E' spesso inciampato nelle insidie della vita, Maradona, ma ha saputo dribblare tutto, anche la morte, e rialzarsi. Ha avuto mille vite in una, ce ne ha regalata un'altra versione da ct. Dopo la sconfitta, in conferenza stampa, ha difeso ancora una volta tutti i suoi giocatori, si è preso anche colpe che non aveva. Di Messi, il talento che non esplode ancora del tutto, ha detto: "Leo ha fatto un gran mondiale, ma

Sorpresa, il Brasile è fuori

Orange. Gli olandesi in Sudafrica si sentono a casa loro. Fanno fuori il Brasile, complice Felipe Melo (suo l'autogol del pari, e poi si fa cacciare per una bruttissima pedata al fuoriclasse Robben, lasciando il Brasile in svantaggio e in dieci). Incredibile metamorfosi della squadra di Dunga tra il primo tempo (sontuoso) e il secondo (orrendo da tutti i punti di vista). Nella prima parte il Brasile pareva la squadra paradisiaca che non si vedeva da tempo, il pallone gli olandesi faticavano a vederlo. Eppure, tanta bellezza aveva prodotto un solo gol, di Robinho, su disattenzione della difesa olandese. Troppo poco. Non si sa cosa sia successo negli spogliatoi: gli olandesi sono tornati in campo da furie orange, i brasiliani come se li avessero riempiti di botte. Dopo dieci minuti, l'autogol di Melo e la fine: i verdeoro non hanno più saputo reagire, se non con aumentato nervosismo. Sneijder, il protagonista del derby tutto interista con molti dei suoi compagni, mette fine, di t

Auguri a Michele Santoro

Buon compleanno (sono oggi 59) a Michele Santoro, che speriamo di rivedere in video da settembre con il suo Annozero. Lo si potrà anche ritenere fazioso fino all'insopportabile, ma è senza dubbio un giornalista di razza e dà quello che oggi è probabilmente il miglior prodotto televisivo del servizio pubblico, e non solo. Del resto, quando la tv italiana vede tutti i giorni in onda un direttore a nome Emilio Fede, che più che fazioso pare un adepto innamorato di colui che è anche il suo editore, oltre che il presidente del consiglio, Santoro ci fa un figurone: non ha padroni. Fa il giornalismo che vuole e cerca di capire e farci capire. Ha il suo punto di vista. Chi non ce l'ha? A difenderlo dai detrattori e anche a chi chiede un suo allontanamento dal video (richiesta reiterata negli anni e per un po' anche soddisfatta) c'è però il pubblico: Santoro è l'unico che tiene su la Rai con i suoi ascolti e gli introiti derivanti. In un'Italia che si sta sempre più u

Inizia l'era Prandelli - Cassano e Balotelli praticamente azzurri

E' cominciata oggi con la conferenza stampa di presentazione nella "pancia" dell'Olimpico di Roma l'era-Prandelli. Ed è un inizio soft: Prandelli che ringrazia Lippi per ciò che ha lasciato di positivo, e poi gira pagina sul suo futuro, vedendo rosa. Pare aver appreso la lezione da Maradona, che in questo Mondiale si dimostra il più grande team-leader mai apparso su una panchina da ct. Prandelli parla infatti di "squadra da costruire anche al di là del rettangolo di gioco", di rapporti umani che vengono prima di tutto, di "ampia collaborazione" anche con tutto lo staff federale (intanto ha ottenuto il contratto per tutti i suoi uomini: Pin come secondo, Venturati e Casellato), di "fare gruppo", di "risorse umane" importanti, e così via. Prandelli è poi interessante sul piano tecnico: "Vale la meritocrazia: giocherà in nazionale chi lo merita, i giocatori di qualità ci sono e di solito non trovano problemi a convive

I voti alle magnifiche otto del Mondiale

Con il gol di Villa la Spagna ha timbrato il pass per l'ultimo posto utile tra le magnifiche otto del Mondiale in Sudafrica. A bocce ferme, in attesa dei quarti che si disputeranno tra venerdì e sabato, diamo i voti alle Nazionali ancora in gara. URUGUAY 6.5 Dopo 40 anni arriva nuovamente ai quarti di finale. Segno che sta tornando ad alti livelli, grazie anche ad Oscar Washington Tabarez. Per la cronaca. l'Uruguay fu campione del mondo nel 1930 e nel 1950. Difesa di ferro, attacco piuttosto prolifico (6 gol segnati, uno solo subito), è una squadra con buoni talenti: un Diego Forlan pirotecnico, e ancora non abbiamo visto totalmente all'opera Cavani del Palermo che è un signor giocatore. GHANA 6.5 Rajevac ha compiuto il miracolo, portando il Ghana ad essere una vera squadra anche se i suoi giocatori sono sparsi per il mondo: finalista della Coppa d'Africa contro l'Egitto e ora tra le 8 grandi del calcio. Serbo, ha saputo mettere insieme una compagine che

Onore al Ghana, e a Rajevac

L'ultima sorella africana ce la fa: il Ghana batte ai supplementari gli States e va ai quarti, dove si troverà di fronte la "Celeste". E' la terza volta che una squadra africana va così avanti nei Mondiali: prima c'erano riusciti il Camerun nel 1990 e il Senegal nel 2002. Il merito di questa vittoria, meritata, va al serbo Milovan Rajevac, che quest'anno ha già portato la squadra ad essere vicecampione d'Africa. La chiave della partita, infatti, sta nell'atteggiamento dei ghanesi. Nel complesso più veloci e talentuosi dei giocatori americani, che nei momenti importanti possono affidarsi al solo Donovan, i ghanesi sono apparsi incredibilmente calmi, sicuri e ordinati. Dopo l'1-1 dei tempi regolamentari, i ragazzi di Rajevac sono entrati con una sola idea in testa: fare gol. Ci hanno messo quattro minuti. Ma il bello è venuto qui: il Ghana non si è difeso, ha continuato ad attaccare. Perché attaccare, devo aver detto loro Rajevac, è il modo migli

Accadde oggi - Michael, you are not alone

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Il 25 giugno 2009 moriva, in circostanze non ancora chiarite, il mito del Pop, Mickael Jackson. Quel giorno il mondo, all'improvviso, si rese conto del vuoto che lasciava. Le reazioni alla sua morte, spontanee in tutto il mondo, resteranno nella storia: ci si è resi conto che nessuno come lui aveva toccato corde comuni in milioni di cuori, culture, generazioni diverse. E' successo qualcosa di imprevisto ed imprevedibile: a noi che l'abbiamo visto fin dagli inizi e ne abbiamo seguito la stella crescente, si sono aggiunti milioni di ragazzini dai dieci ai vent'anni, che lo adorano come fosse un cantante dei loro tempi. E in quel momento incredibile di silenzio cosmico che la morte richiederebbe, la sua musica si è scatenata. Milioni di dischi venduti in poche ore nel mondo, e l'onda non si ferma. La sua grandezza sta qui: lo riascolti e non c'è una sola sola canzone che scarteresti. Purtroppo, abbiamo capito "dopo" che dietro un grande artista c&#

Italia a casa. Guardiamo al futuro!

Fine dell'era Lippi. Fine della sua arroganza, fine delle sue scelte sbagliate, fine dell'allenatore che meglio di tutti ha rappresentato l'era Moggi. Il primo tempo dell'Italia è stato penoso, ma la colpa a mio parere non è dei giocatori. Idem per le due partite precedenti. Aveva vinto il Mondiale più scarso della storia, aveva lasciato, poi ha fatto di tutto per tornare. Perché? Da quando è nuovamente nelle sue mani l'Italia non ha giocato una partita decente che sia una, ma si è qualificata per i Mondiali. E per il Sudafrica lui ha lasciato a casa i talenti d'Italia: Totti, Cassano, Balotelli. E stasera, che il colpo di genio ci sarebbe servito eccome, lui aveva il solo il Pirlo, che pure, mezzo rotto, il suo lo ha fatto, per quanto poteva. Usciamo dopo aver avuto il sorteggio più favorevole che potesse capitare, usciamo per esclusivi e nostri demeriti. Peggio di così non si può. Mai era successo che al primo turno dei Mondiali l'Italia uscisse senza n

Buon Compleanno Leo Messi!

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Compie oggi 23 anni (è nato a Rosario il 24 giugno 1987) la "Pulce", cioè il miglior giocatore al mondo: Leo Messi. La sua storia di bambino che non cresceva e l'insieme di coincidenze che l'hanno portato al calcio, che lo ha "salvato", è materia da romanzo. Per quanto sa fare con il pallone e l'estasi che crea con le sue giocate può essere accostato solo a Diego Armando Maradona, il più grande di sempre, oggi suo allenatore nell'Argentina. Dai suoi piedi escono magie che solo i talenti sovrumani possono  regalare. E questi Mondiali sembrano fatti apposta perché i due fenomeni scrivano insieme un'altra pagina epica della storia del calcio. Buon compleanno, Leo!

Accadde Oggi - L'addio al calcio di Zubizarreta

24 giugno 1989, Zubizarreta lascia il calcio Ha difeso per 126 volte la porta della Nazionale spagnola, ha disputato 622 incontri nella Liga (Atletico Bilbao, Barcellona, Valencia), vincendo 6 scudetti, 1 Coppa del Re, 1 Supercoppa, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa Campioni. Per questo, quando il 24 giugno 1989 dà l'addio al calcio, con Andoni Zubizarreta se ne va uno dei grandi di Spagna. Nel suo stile, il saluto al calcio dura 2 minuti e 32 secondi. Poi nessun'altra dichiarazione o intervista.

Accadde Oggi: Italia - Camerun, 23 giugno 1982

Fu l'1-1 dello "scandalo" (quello aperto da Oliviero Beha sulle pagine de "La Repubblica", secondo cui l'Italia pagò i camerunensi per ottenere quel pari, che la qualificò alle fasi successive del Mondiale e la lanciò verso la vittoria). Dopo due pareggi l'Italia aveva assolutamente bisogno di un punto. Segnò per primo Graziani, poi il Camerun pareggiò e smise praticamente di giocare. Sarà per questo precedente che oggi Bossi afferma che "L'Italia comprerà la Slovacchia"? A mio parere un assurdo, ma diteci la vostra!

I like it : Maradona e Martin

E' Maradona il vero protagonista del Mondiale. La sua Argentina chiude a punteggio pieno il turno di qualificazione e insieme scrive un'altra pagina da raccontare tra tanti anni: contro la Grecia mette in campo nell'ultimo scampolo di partita il suo pupillo Martin Palermo (37 anni a novembre), il giocatore che l'ha aiutato a qualificarsi per questo mondiale e che il 4 luglio 1999 si rese protagonista di una disavventura unica nella storia del calcio: sbagliare 3 rigori di fila in una sola partita. Vedere per credere: http://www.youtube.com/watch?v=1hxVuW4Jkrg Ma il calcio è fantastico anche per questo. Il portiere greco respinge un bel tiro di Messi (che a segnare ci ha provato in tutti i modi) e Martin è lì: piattone e gol nell'angolino. Fantastico Maradona, che festa!

Accadde Oggi - La mano de dios

22 giugno 1986 Il 22 giugno 1986 nei quarti di finale dei Mondiali in Messico, Maradona segnò di mano (La "mano de dios") il gol che portò in vantaggio l'Argentina contro l'Inghilterra. Cinque minuti dopo, lo stesso Maradona segnò uno dei gol più belli della storia, scartando cinque avversari. La partita fini 2-1 e diede all'Argentina l'accesso alla semifinale..

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Antonella

Ho scritto di calcio da quando avevo 16 anni, poi la vita mi ha portato ad occuparmi di sport e spettacolo nel campo delle sponsorizzazioni e degli uffici stampa. Ma l’antica passione – scrivere di sport e soprattutto di calcio – non mi è mai passata. E questo blog mi permette di tornarci, quindi mi fa felice. Se volete vedere un po’ tutto quello che ho fatto potete consultare il mio c.v. Negli anni, ho continuato a scrivere di sport e a realizzare interviste. Se volete, potete vederne qui qualcuna Infine, nel 2009 ho curato l’edizione di un libro. Si intitola “Dal Nostro Inviato”, di Titta Pasinetti. Titta era il mio più caro amico, uno dei migliori giornalisti sportivi che l’Italia abbia avuto. Era irresistibile e scriveva in modo ancor più irresistibile. Scegliere gli articoli per questa antologia è stata una fatica, ma ne valeva la pena! Per i frequentatori di questo blog, eccone subito uno…….

Messaggio

Cari amici, questo blog nasce dalla passione per il calcio e non solo. Niente, a mio parere, è universale come il calcio. Dentro il calcio c’è la rappresentazione di tutta la vita: il calcio ogni giorno nel mondo fa spettacolo e racconta mille storie umane. Belle, divertenti, tristi, squallide, incredibili, esplosive, dolci: c’è il campione al top, quello al tramonto, l’eterna promessa, il mediocre calciatore che diventa l’allenatore numero uno al mondo, chi festeggia e chi si spacca, chi si ritrova e chi si perde. Ci sono personaggi incredibili, che sanno dire grandi cose anche al di fuori dello sport, che insegnano vita attraverso lo sport, che con il loro esempio fanno capire cosa vuol dire soffrire per ottenere qualcosa. E ci sono anche quelli che barano, che dopano, si dopano, che comprano gli arbitri. Non li tralasceremo, li combatteremo. Mi piacerebbe che partecipaste con me, che diceste la vostra in piena libertà quando volete. Benvenuti!